You are here
Valiante: “Se muore un’impresa, soffre anche il Comune”. Dal Cilento proposte fattibili per ripartire dal Turismo… Politica Primo piano 

Valiante: “Se muore un’impresa, soffre anche il Comune”. Dal Cilento proposte fattibili per ripartire dal Turismo…

La pandemia ha costretto anche il turismo alla paralisi, rimettendo in discussione la globalizzazione dell’intero sistema, richiamando a considerarne non solo le positività, ma anche le contraddizioni più difficilmente gestibili, da quelle ambientali (a partire dai 20 mila aerei che viaggiano costantemente tutti insieme nel mondo) a quelle finanziarie (basti vedere l’ordine sparso con cui sta litigiosamente avanzando l’Europa), e oggi a quelle sanitarie. Sicuramente bisognerà in futuro adottare nuovi modelli, nuovi stili di viaggio più equilibrati, di convivenza e rivalutare, se non davvero scoprire per la prima volta, i tesori domestici.

In questo 2020 di pandemia e resilienza, si calcola una perdita di circa 30 miliardi di euro, con una regressione del settore ai valori di sessant’anni fa (260 milioni di presenze in meno rispetto al 2019). Per oltre l’85% gli alberghi sono chiusi; di fatto azzerate le prenotazioni per la primavera, e disdettata, al momento, buona parte dell’estate. Con in più, per gli operatori, una gravissima urgenza data dalla mancanza di liquidità, dalle misure strettissime e dai protocolli inappropriati che rischiano di diventare un ostacolo insormontabile per tutto il comparto turistico.

Ne abbiamo parlato con Simone Valiante che, dopo l’esperienza parlamentare nella passata legislatura, è ai vertici del Consac Ies (Consac Infrastrutture Energia e Servizi S.P.A) dal 2018.

Mancano pochi giorni alla riapertura della stagione turistica ma ci si muove ancora nell’incertezza assoluta. Forse è arrivato il tempo delle responsabilità? La politica potrebbe fare di più anziché affidarsi a circolari e burocrazia?
La politica non deve fare di più ma può fare di meglio! Il Governo sta facendo uno sforzo economico eccezionale che si misurerà con il nuovo decreto, presto in Consiglio dei Ministri. Il problema vero è come si spendono queste risorse e le procedure che si applicano per accedervi.
Se pensiamo al primo decreto approvato a marzo, per quanto le banche vogliano essere veloci, ci sono 24 moduli da compilare per chi chiede un prestito bancario. Il risultato è che dopo 26 giorni dall’emissione di quel decreto, mi risulta che siano pochissimi gli imprenditori che abbiano avuto accesso a quella liquidità. Le procedure sono troppo complesse, è preferibile scrivere un DPCM in più ma in cui si spiegano le procedure, le modalità e i tempi di accesso alle risorse messe in campo dal Governo. Noi chiediamo poche regole ma chiare e non circolari affidate a burocrati, che per vari motivi non si assumono responsabilità.

Secondo lei, le linee guida dell’Inail e dell’istituto superiore della sanità tengono conto delle peculiarità del territorio? Cosa potrebbero fare Regione e Comuni per aiutare il comparto turistico?
Lei mi cita enti che “fanno un mestiere” specifico che non tiene conto delle difficoltà degli operatori e dei singoli territori; questo è un compito della politica che, nel rispetto delle circolari emanate dagli enti preposti, deve assumere decisioni chiare e concrete. La Regione Campania ha fatto un piano socio-economico di grandissimo valore ma per il settore turistico più fare di più. E non mi riferisco all’aspetto economico ma ai protocolli da dover definire. Siamo in attesa dei protocolli attuativi e a regolamentazioni chiare che ogni operatore deve osservare. La regione avrebbe dovuto già varare un piano-spiaggia. Inoltre, gli operatori del comparto turistico lamentano norme restrittive adottate senza aver preso neanche in considerazione un tavolo di discussione, ma questo è un problema nazionale più che regionale.

Il turismo nel Cilento da cosa può ripartire? E’ il momento di diversificare l’offerta turistica?
E’ necessario, innanzitutto, andare incontro agli operatori. Ci sono aspetti negativi di una regolamentazione che andrebbe almeno parzialmente rivista, con spazi ridotti del 60% e con costi di sanificazione così alti diventa difficile lavorare in serenità. E poi dobbiamo pensare ad un’offerta turistica diversificata. La mobilità dall’estero sarà minima o nulla per cui io punterei al turismo di prossimità. La costiera cilentana e il Vallo di Diano hanno spazi ampi e queste peculiarità sono molto interessanti e di straordinario valore. Una settimana fa quasi tutti i sindaci della costa cilentana hanno sottoposto un documento alla Regione Campania con varie proposte operative, in merito anche alla regolamentazione delle spiagge libere; i ristoratori propongono di utilizzare gli spazi esterni con esenzione della Tosap, almeno per quest’anno. Il cilento non ha problemi di spazi ma grazie alle sue peculiarità turistiche può offrire molto. Dobbiamo muoverci presto perché siamo a maggio e il piano turistico deve partire quanto prima.

Cosa ne pensa delle restrizioni ai viaggi ed i controlli alle frontiere? Per Germania, Francia, Austria e Svizzera è troppo presto per riaprire a Spagna ed Italia…
Capisco le scelte di protezionismo e chiusura di alcuni Stati perché ognuno si tutela e si difende come può. Ma anche gli italiani valuteranno di fare le vacanze “in casa”. Le entrate dell’Italia (per il settore turistico) dipendono in gran parte dall’Europa da cui proviene il 79% delle presenze notti straniere ma tanti territori possono offrire le migliori condizioni per una vacanza in sicurezza. E la Campania è una delle regioni che offre maggiori spazi e bellezze. Ma occorre predisporre un piano turistico che raggiunga i grandi Tour Operator per valorizzare tutto questo.

Dopo la pandemia il viaggio cambierà nei modi e nei tempi ma l’essere umano è curioso, tutti amiamo viaggiare e scoprire cose nuove ed è per questo che sono ottimista. Non abbiamo ancora tempi certi di quanto durerà questa pandemia ma noi non possiamo stare fermi ma dobbiamo adattarci a queste nuove condizioni prima possibile, per un futuro migliore.







Related posts